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Monster Hunter: oltre la premessa | Recensione

Com'è andata questa trasposizione?

L’adattamento cinematografico di Monster Hunter debutta oggi anche nel nostro Paese. Questo progetto, come molti altri a lungo rimandato a causa dell’emergenza sanitaria, vede alla regia un veterano delle trasposizioni videoludiche come Paul W.S. Anderson, ancora una volta chiamato a dirigere Milla Jovovich dopo le esperienze in Resident Evil. Considerato il successo del franchise su cui si basa, c’era molta curiosità per questo progetto. Vediamo nella nostra recensione di Monster Hunter se le attese sono state rispettate o meno.

Monster Hunter: costruire una trama

Fare un adattamento cinematografico di un gioco come Monster Hunter, dove la trama non è un elemento così centrale, non è semplice e richiede fondamentalmente la creazione di una base tutta nuova. E così nel film ci troviamo a seguire una squadra di militari che, indagando sull’improvvisa scomparsa di un altro battaglione, si trova ad attraversare una misteriosa tempesta che li trasporta in un altro mondo.

Qui, spaesati e senza riferimenti, dovranno cercare di sopravvivere combattendo con condizioni inospitali, fame, sete e soprattutto terribili mostri che non riescono ad abbattere nemmeno con il proprio equipaggiamento militare. Tra le rupi però si aggira una presenza strana, che sembra volere aiutare la squadra. Sarà sufficiente ad aiutarli a restare in vita e ritornare finalmente a casa?

Molti fan della serie videoludica sono rimasti piuttosto perplessi dalla storia alla base di questo film, che introduce elementi completamente estranei ai titoli. Quello però che davvero non funziona è la poca originalità dell’espediente scelto. Al di là della fedeltà al materiale di partenza (difficile da mantenere come si accennava) la strada degli eroi trasportati improvvisamente in una realtà alternativa era davvero l’unica possibilità a disposizione?

La sensazione che si ha vedendo l’avventura di Milla Jovovich e soci è quella di ripercorrere le linee di un action degli anni ’80. Questo però non nella concezione nostalgica che da Stranger Things in poi il mondo ha imparato ad amare (e che anzi, alcuni stanno iniziando a contestare per la sua onnipresenza) ma nell’ottica di un qualcosa che già conosciamo bene e difficilmente riesce a colpirci.

Tre film in uno, senza equilibrio

Milla Jovovich stars in Screen Gems and Constantin Films MONSTER HUNTER.

Andando oltre la premessa però i problemi per questo Monster Hunter restano. Non faremo spoiler, ma è possibile individuare chiaramente tre sequenze principali nella struttura narrativa del film, tanto nettamente separate che si potrebbero considerare quasi essere viste come opere a sé. Solo che le prime due sono quasi considerabili introduzioni: è la terza che costituisce il vero nucleo del racconto. Ma arriva davvero troppo tardi.

Per tutta la prima metà abbondante della pellicola ci troviamo a muoverci in un’ambientazione povera di dettagli e caratteristiche. Una scelta deliberata sicuramente, che ben si sposa con i momenti iniziali, ma che si prende davvero troppo minutaggio sul totale. Il risultato è che gran parte del world building (che sembra essere piuttosto interessante sebbene anche qui, non troppo originale) viene costretto in un tempo ridotto. L’evoluzione finale appare affrettata, quando invece avrebbe giovato di avere molto più respiro e approfondimento.

A fronte di tutto questo si sente il bisogno di alzare il livello delle sequenze d’azione. Purtroppo, sebbene siano generalmente coinvolgenti e ben studiate, non superano mai il livello di guardia, riuscendo a bilanciare le difficoltà narrative. Gli scontri con i mostri sono un elemento fondamentale dei videogiochi su cui si basa il film (lo dice il titolo stesso dopotutto) e il loro fascino non ritorna a dovere.

È un peccato, perché effettivamente alcuni aspetti davvero convincenti ci sono. Per esempio, è apprezzabile l’ambiziosa idea di rappresentare a fondo l’incontro tra due persone di mondi diversi e il superamento delle loro barriere, anche linguistiche. Inoltre, è indubbio che Milla Jovovich dia davvero tutto nella propria performance, cercando di dare più carattere possibile al proprio personaggio. Purtroppo tutte cose che non bastano a reggere la pellicola.

Monster Hunter: non terribile, ma dimenticabile

Rathalos from Screen Gems and Constantin Films MONSTER HUNTER

Questo Monster Hunter è a conti fatti un action piuttosto blando, che ricalca alcuni schemi già noti, incastrando alcune sequenze d’azione non particolarmente ricche di carisma. Resta un film che può intrattenere, ma non esalta, a prescindere dal rapporto dello spettatore con il franchise originale. Nonostante la conclusione prometta altro, sembra difficile immaginare che rivedremo questo mondo sul grande schermo. Però, chissà…

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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